In questo articolo trattiamo un tema tanto delicato quanto importante: le diete, e perché quelle restrittive e non bilanciate falliscono e quali danni possono provocare.
E proprio perché è delicato ve lo raccontiamo tramite le parole della Dottoressa specializzata in Scienza dell’Alimentazione, Silvia Goggi. Prendendo quello che segue dal suo prezioso libro “L’Anti-dieta” – di cui consigliamo di cuore la lettura – edito da Rizzoli.
La natura non aveva previsto che l’uomo si sarebbe volontariamente privato del cibo
“Il cibo serve per vivere. E non deve essere un cibo qualsiasi. Deve essere buono, bello e piacevole. Una volta alzati da tavola, dovreste essere sazi, energici e soprattutto contenti di aver messo sotto i denti qualcosa di delizioso di cui, in quel momento, avevate proprio voglia.
Quando la dieta punta solo al deficit calorico (il deficit calorico si verifica quando l’energia che introduciamo attraverso il cibo, è inferiore all’energia che abbiamo consumato durante la giornata, o per dirla in un altro modo: quando consumiamo più di quello che mangiamo), senza domandarsi se il foglio con il piano alimentare o le indicazioni da seguire causeranno nel paziente (o nello sfortunato lettore) la paura di mangiare o lo porteranno a mettere in dubbio la propria stessa fame, non importa se si dimagrisce seguendola. I chili vengono persi a scapito di un rapporto con il cibo sano, spontaneo e positivo.
Le diete troppo restrittive, quelle che cercano di zittire la fame (che non è un vizio da controllare, ma un istinto irrefrenabile) o l’umano desiderio di mangiare qualcosa che ci piaccia e ci conforti, non fanno che peggiorare la situazione. Quando la privazione è troppo forte , infatti, l’organismo mette in atto tutte le difese che possiede.
La natura non aveva previsto che l’uomo si sarebbe volontariamente privato del cibo (e perché mai?, l’ha equipaggiato proprio perché ne fosse appositamente attratto!), ma al contrario sapeva bene che il pericolo di carestia e di penuria di energia e nutrienti un tempo era dietro l’angolo.
E che cos’è una dieta restrittiva, se non una carestia autoinflitta? Stomaco che brontola, meno nutrienti e (troppe) poche calorie. Il vostro corpo prova esattamente la stessa sensazione, e corre quindi ai ripari.
(…)
Dieta dopo dieta, carestia dopo carestia, accade poi che l’organismo si rassegna. Evidentemente, pensa, l’ambiente circostante non è favorevole, il cibo scarseggia, la benzina per andare avanti è insufficiente: si deve adattare.
Quello che succede è paragonabile alla modalità risparmio energetico attivata dal vostro smartphone quando è a corto di batteria. (…)
Così il corpo umano si abitua a svolgere solo le funzioni strettamente vitali e a mettere in pausa quelle che possono aspettare: la riproduzione, per esempio. Avete capito bene! Altro che diete risveglia metabolismo: quello che si ottiene con una dieta da fame dopo l’altra è semmai un abbassamento della spesa energetica quotidiana, il che rende ancor più difficoltoso perdere peso. O meglio, possibile a costo di mangiare ancora meno.
L’alternanza privazione/abbuffata, il rallentamento del metabolismo provocato dalle diete troppo restrittive e i conseguenti pensieri patologici bei confronti del cibo (…) sono fenomeni ben noti in letteratura scientifica.
(…) In uno studio condotto negli anni Quaranta (…) i ricercatori erano interessati a scoprire che cosa succede al corpo e alla psiche di un soggetto durante una forte restrizione alimentare. Il piano dietetico che gli scienziati avevano disegnato per simulare una severa carestia altro non era che una dieta da 1600 kcal con minuscole porzioni contate al grammo, non tanto diversa da quella che un uomo della stessa età e corporatura potrebbe ricevere oggi da qualche sadico nutrizionista.
(…)
Volete sapere come andò a finire? I soggetti persero peso, ovviamente, ma svilupparono un’ossessione nei confronti del cibo che non se ne andò nemmeno dopo il termine dello studio (…) e il metabolismo dei volontari era diminuito fino al 40%.”
Tratto dal libro “L’Anti-dieta” di Silvia Goggi
Dopo la lettura di questo articolo, speriamo che nasca in voi una domanda prima di decidere di intraprendere l’ennesima, frustrante, dieta restrittiva:
“Sì, magari perdo anche dei chili nell’immediato: ma a scapito di che cosa?”
Ricordate che ne deve valere la gioia, non la pena!